L’andreottiano scalzo e Mr Neet 2.0

Mica facile stare appresso alle notizie in questo periodo. Egitto, Turchia, Tunisia, Grecia, Portogallo. La publicy spiona americana, sputtanata da Mr Nessuno Snowden, con tanto di sequestro temporaneo del presidente boliviano (fatto da Francia, Italia e Portogallo per ingraziarsi l’amico americano spione). I casini in casa, tipo la luna nera dei consumi (i redditi ce li siamo già fumati da un pò). O anche il rimpatrio in Kazakistan della famiglia di un dissidente. Oppure la Cassazione che dà ragione ad un 71enne, dandogli torto: una Corte da Comma 22! Un sacco di roba insomma, da allungarci le giornate.

Però è anche un periodo particolare. Molti si preparano alle ferie o a cristonare al caldo senza potere uscire di casa; con la chiusura delle scuole hai figliame di varia età da accudire e sistemare. Eufemisticamente si direbbe che il fiato è un pò corto. E poi, diciamolo, le scuse servono ad una parte delle famiglie, perché nella stragrande maggioranza dei casi l’approccio è del tipo “estiqaatsi di cosa succede oltre il naso mio!”. Oppure ci sono quelli che…”c’è il Restitution Day”: giorno in cui i patrioti grillini dimostrano che si possono tagliare gli sprechi della politica e difatti loro hanno già risparmiato 1,6 milioni di indennità + 42 mln di rimborsi elettorali. Accantonati in un fondo a favore del debito pubblico, i cui soli interessi ammontano a poco meno di 80 milIARDi l’anno. Avanti così prodi genti, altri 1000 anni e quasi ci siamo!!!

Un rischio di grave oscuramento per la Politica italiana. Deve essere per questo che sta avendo un sussurro d’orgolio e punta a riconquistare lo spazio che le è dovuto. Deve avere chiamato tutto il pregiatissimo ordine degli scribacchini insieme a quello dei videocamerati dorotei e detto loro di serrare le fila. Annunciava l’imminente lancio di una serie di ca@@ate di prima scelta. Quando il gioco si fa duro la Larga Intesa italiana…

Letta va in Israele e sciorina la solita paccotiglia di fuffa equivicina, D’Alema style. Ma è solo una prova. Partecipa ad un Consiglio Europeo e torna esultante con un sacco di merda in spalle: lo apre e lo annusa, davanti alle telecamere, più che soddisfatto di ciò che sente emanare. Peccato che l’olfatto non sia un senso “televisivo”. Già perché l’Italia è tornata con niente, proprio un bel niente. Un pugno di mosche, denuncia Keynesblog: in effetti si parla con la metafora che ho scelto io, proprio come le mosche ronzano su… . Cialtronate, quindi, degne del suo pubblico: tout se tient!

Letta, un andreottiano scalzo, ma tanto basta all’assuefatto italico. Nel frattempo, le assenze di Letta il Giovane avevano lasciato spazio al dilemma da maciullamento testicolare/ovaiale per Imu sì/Iva no vs Imu no/Iva sì. Non si fa politica fiscale da anni, al ministero dell’Economia fanno tutti i super-ragionieri giocandosi la propria proposta sul dove e quanto tagliare e ci si ritrova di continuo quel fenomeno da circo di Brunetta che sbraita “No Imu o morte”. Magara: almeno do un senso all’estorsione!!!!

L’obiettivo della strategia comunicativa del governo è chiaro: bisogna battere la popolarità del Cirque du Soleil. Deve essere per questo che Mons(e)i(gn)eur Giovanninì ha voluto rientrare prepotentemente sulla scena blablablando sul decreto del “Fare”. Pariodiando a sua insaputa l’enunciazione dei veri problemi della Sicilia in Johnny Stecchino, il ministro dichiara:

«Per i Neet, i giovani che non lavorano e non studiano, buttiamo 25 miliardi l’anno di capitale umano inutilizzato. Bisogna dare un’opportunita ai giovani ma questo non lo può fare solo il governo, il miliardo in più strappato a Bruxelles non basterà. Tutti devono fare la propria parte o il peso dei 2,2 milioni di neet ci porterà a fondo. Abbiamo bisogno di tutti»

<< I Neet?>>. << I Neet!>>. << I Neet?>>. << Sìììì: iNeeeeeet!!!!>>. I Neet (Not in Employment, Education or Training: i fancazzisti, tradotto in padoaschioppese) sono il vero e grave problema del lavoro in Italia. M-i-c-a-c-a-z-z-i! Ce lo hanno voluto all’Istat chiamandolo dall’Ocse; ce lo hanno voluto come Ministro del Lavoro chiamandolo dall’Istat e questo è il saldo dell’operazione: con tutti i soldi che abbiamo speso per farti studiare e fare carriera!!!

Ma mi facci il piacere!

Un tasso di disoccupazione alle stelle, un numero mai visto di disoccupati tout court, di lunga durata e di scoraggiati, richieste di ore in Cig da parte delle imprese che hanno fatto boom, un numero vertiginoso di vertenze sulle scrivanie del Ministero dello Sviluppo Economico e il problema oggi è costituito dai….Neet. Bravò Giovanninì: la tecnica del fumo negli occhi continua a funzionare. Abbiamo un clamoroso problema di domanda interna, clamoroso perché creato ad arte dai fautori di quell’ossimoro che è l’austerità espansiva e si continua a prendere misure tarate sull’offerta, si sprecano soldi sussidiando imprese che avrebbero assunto comunque (e sono già a due link che portano a Boeri, quindi ho un motivo di risentimento personale in più con Mr Neet 2.0). E se proprio, in tempi di stitichezza politica, dobbiamo aderire alla finzione della centralità dei Neet, si deve pretendere di farlo con il piglio necessario, come ottimamente argomentato qui.

Tocca strappare il velo, farlo a brandelli. Queste sono iniziative fanfarone che si danno in pasto alle platee di battimani a cottimo (corpi sociali si diceva una volta; putrefatti, si tocca aggiungere con i tempi che corrono). Quelle incisive, che fanno male, restano celate dalle presentazioni di questi cialtroni. Sulla sicurezza sui posti di lavoro siamo in presenza di una vera e propria deregolamentazione. I costi per le bonifiche ambientali per le imprese che inquinano vengono in buona sostanza annullati. Così pure rispetto alla precarietà lavorativa, come ben delineato da Alfonso Gianni e Piergiovanni Alleva.

In sintesi, al netto degli spettacoli clowneschi, la rotta pro-austerità è ben salda intorno ai suoi due cardini principali: diminuzione della spesa pubblica, nella sua parte più facilmente aggredibile che è quella meno clientelare, e deflazione salariale. Nella maggior parte dei paesi europei il dibattito sulle effettive conseguenze della politica economica che si sta imponendo ai paesi periferici esiste, seppur con alterne vicende. Il pubblico italico, invece, continua a sorbirsi questo cabaret da borgata.