Ripetuta Ripetuta Ripetutamente

La storia si ripete. Sì lo so anch’io che la cronaca dice che la miccia dei bombardamenti in Siria è stata spenta….beato chi ci crede, lo dico con invidia. E’ passato solo un anno da quando Obama, premio Nobel per la pace (se lo è stato Kissinger….proprio un bel premio, niente da dire), temeva che le armi chimiche del governo siriano finissero nelle mani sbagliate, quelle dei ribelli. Ora pare che quelle sbagliate siano proprio le sue: Assad ne sarebbe venuto fuori come un genio scemo della lampada, avendo aspettato proprio l’arrivo degli ispettori Onu per dare l’ordine di usarle, dopo un paio d’anni di guerra civile.

Di dubbi sull’uso effettivo di armi chimiche ed eventualmente da parte di chi, ce ne sono state a bizzeffe, con la lodevole eccezione del governo degli Stati Uniti. Il quale oramai recita un copione già sputtanatissimo ma sempre d’impatto: l’esibizione della “smoking gun” a supporto della necessità di intervenire…a modo suo. Tra i casi recenti, il più eclatante, per quanto è stato sputtanato (ma solo dopo avere dato modo ai barbari di fare i loro comodi), è sicuramente quella di Powell alle Nazione Unite – febbraio 2003. A me però, per strane connessioni sinaptiche, viene in mente la guerra in Kosovo. Guerra cui l’Italia ha partecipato…ops no:

l’Italia non sta attaccando ma partecipando a azioni di difesa integrata contro obiettivi potenzialmente ostili.

M. D’Alema, primo presidente del consiglio con militanza nel Pci; intervista a la Repubblica del 15/4/1999
In quell’occasione il casus belli fu il ritrovamento di una fossa comune. Il battage mediatico creò le condizioni perfette per colpire (quel che rimaneva del) la Jugoslavia. La fossa comune, non era tale, ma questo lo si scoprì solo dopo….guarda un pò. Qui un articolo su Globalist dello scorso agosto che ne riprende uno del 2004, c’è un’analisi sintentica ma un pò sommaria e ad effetto degli accadimenti. Vero è che la guerra era stata preparata ad arte dalla diplomazia americana (M. Albright capo delegazione era la segretaria di Stato di Clinton) ma Rambouillet non salta perché la  proposta america comprendeva un allegato “B” tenuto segreto, inserito a sorpresa l’ultimo giorno. Come spiega dettagliamente N. Chomsky (qui in italiano…massimo rispetto per la TMC; qui nella versione originale):

Un’analisi minimamente seria dell’accordo sul Kosovo deve prendere in considerazione le opzioni diplomatiche del 23 marzo, il giorno prima che fosse lanciata la “grande guerra aerea”, e confrontarle con l’intesa raggiunta dalla Nato e dalla Serbia il 3 giugno. Qui dobbiamo distinguere due versioni: (1) i fatti e (2) il colpo a effetto – cioè, la versione Usa/Nato che racchiude resoconti e commenti negli stati illuminati. Anche l’occhiata più superficiale rivela che i fatti e l’effetto differiscono grandemente. Così il New York Times ha presentato il testo dell’accordo con un inserto intitolato: “Due piani di pace: come differiscono”. I due piani di pace sono l’intesa di Rambouillet presentato alla Serbia il 23 marzo come ultimatum prendere-o-essere-bombardati, e l’accordo di pace sul Kosovo del 3 giugno. Ma nel mondo reale ci sono tre “piani di pace”, due dei quali erano sul tavolo il 23 marzo: l’intesa di Ranbouillet e le risoluzioni dell’Assemblea Nazionale Serba che ad esso rispondevano.

L’assemblea nazionale serba conosce i contenuti dell’allegato B, lo rigetta e vota un piano di pace alternativo, che però scompare dai tavoli delle diplomazie, già votate all’opzione militare, e dai mezzi di comunicazione: era un vero piano di pace non una resa incondizionata e questo non era effettivamente contemplato.

Questa è stata nel mondo la guerra in Kosovo. Queste sono le guerre. Vale in generale. Da noi però il teatro della parodia ha una lunga tradizione. Parodia tragica, odio l’ossimoro che siamo, una comicità che carica la rabbia. Per esempio, la comicità della frase di D’Alema per giustificare la guerra non è originale:

L’Italia partecipa alla supercoalizione di stati a guida USA contro l’Iraq, ma non si tratta di “guerra”, bensì di “operazione di polizia internazionale”

Dichiarazioni del presidente del consiglio G. Andreotti e del ministro alla difesa V. Rognoni; articolo de la Repubblica, 15/1/1991

Quello di D’Alema è casomai una piano sequenza di comicità: non fa ratificare dal parlamento l’avvallo delle operazioni militari, con la scusa che deriva dal rispetto degli accordi Nato. Dimentica di fare notare che l’intervento Nato era illegittimo stando al diritto internazione o delle Nazioni Unite. Dimentica pure (ecco un link ma è un pippone esageratissimo) di dire che era illegittimo anche stando agli stessi accordi Nato, visto che non è previsto che l’intervento armato “umanitario”, da parte di Stati o di coalizioni di Stati, avvenga senza il consenso dello Stato territoriale, o addirittura apertamente contro tale Stato (in genere si usa così nelle alleanze difensive).
Almeno noi non dimentichiamo che quel governo nacque su iniziativa comune con Cossiga e che generò una scissione (delle tante) in Rifondazione Comunista.

Vabbé, non ci posso riuscire facendo il serio. Meglio con un omaggio: un pezzo incredibilmente esilarante di S. Benni, Escalation, uscito su Il Manifesto, 16/4/1999 (che mi sono portato incorniciato per anni, dagli ultimi mesi a Milano in poi). Il giorno prima gli alleati avevano bombardato “per errore” un treno carico di persone.
Ho visto Belgrado nell’autunno del 2003: la maggior parte delle foto che mi sono ritrovato è di palazzi sventrati dai bombardamenti, quelli meno pericolanti che non erano ancora stati demoliti. E Belgrado non era nel teatro di guerra: ce la abbiamo portata noi!

Eppure qualcuno aveva voluto evitarcelo. Polizia internazionale, difesa integrata sono tutti fake, fumo negli occhi per aggirare l’art. 11 della costituzione:

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

A me sembra chiaro. Ma anche a chi pratica il contrario, infatti elabora quei fake (mi viene in mente che anche “guerra percepita” potrebbe sfondare).

Da allora siamo andati ben avanti: Afganistan, Iraq, Libia…..in confronto per il Kosovo si è fatto un figurone. La possibilità di fare una guerra, senza troppe pippe mentali, è oramai entrato nell’immaginario collettivo dell’insieme di cose ammissibili e praticate.

Qualche giorno fa, c’è stata la festa delle forze armate, la festa del IV novembre. Che, non vedo come si possa non dirlo, è una festa fascista e di propaganda: ecco Tutto quello che non ci hanno detto sul quattro novembre.
Napolitano la ha omaggiata con questo comunicato:

In questa giornata così significativa, rinnovo il riconoscente apprezzamento di tutti gli italiani e mio personale ai militari impegnati nei diversi teatri di crisi, dall’Afghanistan, al Medio Oriente, ai Balcani, e a quelli che operano sul territorio nazionale e sui nostri mari. Un plauso particolare meritano gli uomini e le donne che hanno partecipato alle operazioni di soccorso e al pietoso recupero delle salme delle vittime della terribile tragedia di Lampedusa.
Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia!”

Il regno di re Giorgio si studierà a lungo. Merita la storia!!! Ma c’è ancora vita in giro. In confronto a quel comunicato, difatti, l’iniziativa di Renato Accorinti, sindaco di Messima, è lunare:

1455099_10151699612026933_1390149424_nQui il video integrale del discorso. Bello.
C’è ancora qualcuno che crede nella parola dignità, anche quando entra nelle istituzioni!